Descrizione
Un percorso lungo un lago che oggi non esiste piu' e' il motivo che ispira e guida la mostra; il bacino del Fucino fu infatti prosciugato a meta' dell'Ottocento, dopo i tentativi portati avanti, nel I-II sec. d.C., dall'imperatore Claudio e poi da Traiano e Adriano.Un cippo di confine, recuperato nell'alveo dell'antico bacino lacustre, scandisce i tre settori del territorio che su di esso convergevano: Alba Fucens, Angitia (Luco dei Marsi) e i Marsi, che si riconoscono nel capoluogo Marruvium (San Benedetto dei Marsi).In questi tre ambiti tornano le immagini e le parole delle dee femminili che sul lago protendevano le loro capacità e la loro protezione: divinità differenti, sia nelle forme artistiche nelle quali sono a noi giunte che nelle espressioni rituali che le contraddistinguevano.Il percorso affida a immagini e parole di epoca classica la trasmissione di una sensibilità variamente vissuta e proposta, dai tratti a volte ancora non del tutto noti, ma comunque portatori di un sistema di comunicazione simbolica operante all'interno sia di contesti religiosi e sacri che privati.Dall'antica colonia di Alba Fucens, la selezione di statue rappresentanti Venere introduce in una dimensione più intima e privata, in cui l'immagine della dea viene utilizzata soprattutto per scopi ornamentali, in giardini e residenze di lusso.Coniugano austerità e sinuosa armonia le tre statue rinvenute nel santuario di Lucus Angitiae: la dea seduta in trono, in terracotta, e le due in marmo di scuola rodia del II sec. a.C., rappresentanti Cerere e Afrodite, esprimono l'adesione a forme artistiche di particolare pregio Soltanto delle parole segnalano il culto della Bona Dea nel municipium di Marruvium; affidate a un piccolo vaso in marmo, sembrano suggerire quel mistero, completamente femminile, che ha sempre contornato i riti e le prescrizioni che informavano le pratiche sacre a lei dedicate.A collegare queste presenze, che incarnano i variegati aspetti del mondo femminile e le sue prerogative che la sfera divina esalta, è la riva del prosciugato lago Fucino: un luogo ancora oggi profondamente ancorato ai cicli della natura dalla quale ricava sussistenza e sulla quale incardina il proprio futuro, capace di stimolare interessi e aspettative verso progettualità condivise di stringente attualità.Ricucire intorno a questa riva la trama delle relazioni, umane e divine, che cesure profonde provocate da eventi distruttivi hanno in parte interrotto, è il compito affidato, per il tramite di tutte le persone coinvolte, all?archeologia e alla sua capacità di essere parte attiva nel connettivo sociale del vissuto quotidiano. apertura:martedì/giovedì 10.00-13.00; venerdì/domenica 10.00-13.00 e 16.00-19.00